Manovra 2021: come spenderemo i nostri soldi?
In questo momento storico diventano decisive le decisioni politiche di impatto economico. Più che una legge di bilancio è una manovra “ponte”, con l’istituzione di un Fondo di Rotazione per 104,471 miliardi di euro per tre anni a partire dal 2021 in attesa (si spera) delle risorse del Recovery Fund.
Si gioca di anticipo all’interno di uno scenario incerto che rischia di trasformare risorse importanti da “ricoveri” in “ristori”, da “ripartenza” in “emergenza”. Del resto lo stesso piano Marshall, che inizialmente si chiamava “European Recovery Program”, da tutti auspicato, fu definito nel 1947, al termine del conflitto mondiale. Adesso siamo ancora troppo dentro al problema e i rischi aumentano.
Si rinviano le riforme fiscali strutturali, si rinviano gli aumenti di tassazione già decisi in sede europea per la plastic tax, la web tax, la sugar tax. Si rinvia la proroga del superbonus per l’edilizia.
Si prorogano le dotazioni per le attività produttive che hanno sofferto maggiormente la pandemia. Si prorogano in modo importante le dotazioni per il reddito di cittadinanza. Si cercano soluzioni politiche di più semplice consenso interno e esterno.
Manca ancora la lucidità per intervenire in modo importante, manca una visione di più ampia portata per cercare un vero impatto a livello economico. Nel 1947 avevamo Lugi Einaudi, oggi purtroppo no.
Manca ancora la comprensione vera di cosa significa un debito pubblico ormai al 170% del PIL, se non siamo in grado di far crescere il PIL e continuiamo inesorabilmente a indebitarci. La Francia sta pensando ad uno shock fiscale per le imprese, noi ci muoviamo in modo ancora troppo frammentato con il rinnovo di una miriade di piccoli provvedimenti e con la creazione di una serie di nuovi enti di dubbia utilità. Per lo sviluppo della tecnologia dell’Intelligenza artificiale servono fondi, non “Fondazioni”
Ma uno spiraglio di speranza c’è.
Si chiama “Transizione 4.0”, si chiama incentivare gli investimenti per le imprese, per l’economia reale. Sono state aumentate le aliquote dei crediti di imposta, fino al 50% per il 2021, per gli investimenti 4.0. Sono state aumentate le aliquote dei crediti di imposta anche per gli investimenti non 4.0. Sono state aumentate le aliquote dei crediti di imposta per la Ricerca e Sviluppo, Innovazione e Design. Sono state ampliate le spese recuperabili per la formazione 4.0
C’è ancora complessità, i crediti di imposta sono uno strumento veloce e efficace, specialmente se potranno diventare anche “cedibili”, ma sarà importante fare chiarezza ed evitare dubbi interpretativi. In attesa di una vera riforma fiscale la nota positiva è che l’agenzia delle Entrate, con il decreto ristori, si sta improvvisando nelle vesti
di agenzia delle Uscite, speriamo che continui in quella direzione. Si può fare ancora di più, il canale si è creato, lo strumento anche, diamogli ancora più linfa.
In attesa di un nuovo “George Marshall”, in attesa di un nuovo “Luigi Einaudi”, rimobocchiamoci le maniche e sosteniamo le imprese e l’economia reale.
Articolo a cura di…
Andrea Bellucci
Business Innovation Manager
Sono specializzato in Business Innovation Management per gestire l’innovazione in impresa, tra i primi italiani ad esser certificato dal GIMI, Global Innovation Management Institute; Certificato PMP (Project Management Professional) dal PMI, delegato per la Regione Toscana dell’Istituto italiano di Project Management. Esperto di finanza di impresa, ho gestito negli ultimi anni oltre 200 progetti di R&S, trasferimento tecnologico con centri universitari e di ricerca in ambito IT/ICT, automazione/robotica, chimica e fabbrica intelligente.